Pessima figura del governo "rosso-viola" spagnolo, guidato dal bluffatore socialista Pedro Sanchez, in merito alla "vicenda del corpo di Franco".
La Santa Sede smentisce il socialista spagnolo Pedro Sánchez. Il capo del governo rosso-viola l'8 luglio aveva dichiarato che “nella vicenda del corpo (sic!) di Franco” era stato aiutato dal Vaticano a superare l'opposizione della comunità benedettina del Valle de los Caídos, “contrarissima all'esumazione” delle spoglie del Caudillo.
Trascorsa una decina di giorni e in assenza di rettifica da parte dell'interessato, il 21 luglio la Santa Sede ha emesso un comunicato in spagnolo e in italiano, tanto pacato nella forma quanto netto nella sostanza: “Riguardo alle dichiarazioni rilasciate dal presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, nella sua intervista pubblicata l'8 luglio scorso sul quotidiano Corriere della Sera, si precisa che la Santa Sede, sulla questione dell'esumazione di Francisco Franco, ha ribadito in varie occasioni il suo rispetto per la legalità e le decisioni delle autorità governative e giudiziarie competenti, ha sollecitato il dialogo tra la famiglia e il Governo e non si è mai pronunciata sull'opportunità dell'esumazione né sul luogo della sepoltura, perché non rientra nelle sue competenze”.
Fermamente contraria all’estumulazione della salma, la famiglia Franco aveva chiesto la sua traslazione nella tomba di famiglia, nella Cattedrale della Almudena, in pieno centro di Madrid, incontrando però la netta opposizione del governo, timoroso che potesse divenire meta di visitatori e degli omaggi ordinariamente resi alla memoria del Caudillo a “los Caídos”, anche da parte di chi, senza essere né falangista né franchista, gli riconosce la statura di Statista.
Per sbrogliare il groviglio da lui stesso pervicacemente creato, Sánchez mandò in Vaticano la vicepresidente Carmen Calvo. Dopo un incontro riservato con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, questa si produsse in dichiarazioni avventate lasciando credere che la Chiesa fosse del tutto in linea col governo rosso-viola Pedro Sánchez-Pablo Iglesias, che tante misure vessatorie ha adottato ai danni della chiesa cattolica in Spagna.
Il Comunicato spazza via ogni malinteso. Come ricordato il 30 giugno dal Nunzio apostolico a Madrid, Renzo Frattini, la Santa Sede non può certo dimenticare il pieno sostegno dato nel 1936 all'alzamiento dei “Quattro Generali” (tra i quali Franco) contro il governo repubblicano madrileno, sempre più orientato “a sinistra” in chiave anticlericale. Aggiungiamo che Pio XII conferì al Caudillo l'Ordine di Cristo Re.
Forse tra decenni, quando verrà aperta agli studiosi la consultazione di tutte le carte sulla traslazione delle spoglie di Franco, si conosceranno i dettagli di colloqui e carteggi formali e informali corsi tra il governo spagnolo e Chiesa di Roma. Merita nel frattempo ricordare che il Papa è successore di Pietro e Capo di Stato e che l'asserita richiesta del suo intervento per imbrigliare i benedettini del Valle de Los Caidos mirava a investirlo come capo della cristianità: fu un’interferenza del potere temporale in questioni di carattere propriamente spirituale e quindi un errore di metodo e di merito tipico di laicisti miopi e al tempo stesso una trappola nella quale il Vaticano non è caduto.
Aldo A. MOLA