Ruolo diplomatico di Europa e Italia: una nuova occasione persa.
Ma che figurone fa il ministro della difesa Guido Crosetto quando veste la tuta militare e si presenta nelle zone calde del medio oriente, come di recente nel sud del Libano. Gigantesco, i soldati che saluta sembrano bambini o piccole pedine al suo confronto; lui sembra un top gun, un Rambo (che nella realtà era bassino per essere uno Stallone) o uno Schwarzenegger in formato ciclopico. Se avesse un solo occhio centrale, potrebbe essere temuto come un Polifemo.
Ma oltre il colpo d’occhio militare, sapere poi che questa montagna bellicosa riveste pure il ruolo di Ministro delle difesa e dunque di capo effettivo (quello supremo è il presidente della repubblica) delle forze armate, ti dà l’idea che rappresenti una superpotenza mondiale. Quando poi senti che si tratta della modesta e in fondo pacifica Italia, ti pare evidente la sproporzione tra la mole e il ruolo del ministro.
E tuttavia Crosetto, a cui non perdonammo l’attacco violento e gratuito al generale Vannacci che esprimeva l’opinione di gran parte di coloro che hanno mandato al governo Crosetto e la Meloni, ama evocare sull’invasione dell’Ucraina come del terrorismo e gli stermini in Israele e a Gaza, una specie di preallerta militare per tutto l’Occidente. La sua convinzione, che è poi quella di una parte consistente dei nostri vertici, italiani, europei e atlantici, è che siamo sotto attacco, in prima linea, ora della Russia ora del Terrorismo islamico, ora dell’Iran e dei suoi sostenitori. In realtà questo è un modo implicito per schierarsi, per scendere in guerra da un versante, rinunciando al ruolo di mediazione e di equilibrio che avrebbe dovuto avere l’Europa e che ha avuto l’Italia per lunghi decenni - diciamo dai tempi di Moro, Andreotti e Craxi. La Russia invadendo l’Ucraina non voleva attaccare l’Europa, semmai esercitare il suo vecchio ruolo imperiale, ai tempi dello zar e poi dell’Urss, sulle sue aree di influenza che controllava da secoli, e fermare il collocamento di basi missilistiche Nato davanti ai suoi confini. Rivendicando i diritti dei palestinesi il resto del mondo, compreso tanto mondo arabo, non intende attaccare l’Occidente semmai riequilibrare gli assetti dei territori occupati e riconoscere il diritto alla nascita dello stato palestinese. Se invece noi confondiamo la parte col tutto, i terroristi fanatici con tutto il mondo arabo e islamico, se ogni giorno minacciamo l’Iran dicendo che sta minacciando l’Occidente, e se consideriamo senza soluzione di continuità Israele e Occidente, come se fosse un tutto unico, noi di fatto creiamo le premesse per un conflitto mondiale, comunque ci offriamo come loro bersagli terroristici. Molto più saggio sarebbe mantenere la nostra terzietà e impegnarci a garantire i diritti, l’incolumità e la vita dei due popoli e dei due stati, cercando soluzioni diplomatiche. Noi invece mostriamo i muscoli, e ci portiamo avanti, almeno sul piano della rappresentazione, mostrandoci pronti all’attacco e decisamente schierati. Con Crosetto già pronto in tenuta da guerra…
Da Il corsaro della sera, fine ottobre