Muore ad El Alamein il patrizio milanese Guido Visconti di Modrone, della famiglia meneghina dei duchi di Grazzano Visconti e marchesi di Vimodrone.
Ufficiale di complemento del Savoia cavalleria, negli anni Trenta si trasferisce in Libia, dove acquista una grande azienda agricola.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene richiamato in servizio e, nel 1941, chiede di passare alla nuova specialità dei paracadutisti. Comandante dell'11ª compagnia del IV battaglione Paracadutisti della "Folgore", col grado di capitano, entra in linea con i suoi uomini a Deir el Munassib, poco prima della Seconda battaglia di El Alamein. Chiamato a rapporto da improvvido ordine del comandante del battaglione (Maggiore Vincenzo Patella), Visconti deve attraversare a piedi, in pieno giorno, una striscia di terreno esposta alla costante osservazione nemica e battuta dal tiro della sua artiglieria. Pur consapevole di andare incontro a morte praticamente certa, Visconti si astiene dal richiamare l'attenzione del comando sull'evidente inopportunità dell'orario fissato per il rapporto.
Ferito gravemente alla schiena da un colpo di 88 (mitragliatrice pesante anticarro) muore poco dopo.
Fu insignito di medaglia d'argento al valor militare con questa motivazione: "Volontario paracadutista, quale comandante di compagnia in settore particolarmente esposto all'offensiva nemica era di costante esempio nel respingere il nemico che per ben tre volte tentava di sopraffare la posizione della compagnia. Nell'ispezionare i propri elementi avanzati, sottoposti a micidiale fuoco nemico, veniva ferito gravemente. Continuava ad esercitare il comando lasciandolo solo dietro ordine superiore. Conscio dell'imminente fine si doleva di non poter morire tra i suoi uomini".— Deir el Munassib (A.S.) settembre - ottobre 1942.
Suo fratello minore è stato il famoso regista Luchino Visconti di Modrone.
Ed anche per questo Eroe di guerra è valso il motto che TROPPO BREVE È LA VITA, PER SERVIRE LA PATRIA ABBASTANZA.
Gianluca Riguzzi