Veniva assassinato vigliaccamente dai partigiani comunisti dei G.A.P. Giovanni Gentile (Castelvetrano, 29 maggio 1875 – Firenze, 15 aprile 1944), filosofo del diritto, pedagogista, accademico, ministro e politico: lui rimane e rimarrà sempre, i suoi assassini e i loro disvalori saranno condannati all'oblio (si ringraziano Roberto De Albentiis e Giovanni Facchini per la documentazione fornita).
IN MEMORIA DI GIOVANNI GENTILE
“La Nazione non c’è, se non in quanto si fa; ed è quella che facciamo noi col nostro serio lavoro, coi nostri sforzi, non credendo mai che essa ci sia già, anzi pensando proprio il contrario: che essa non c’è mai, e rimane sempre da creare.”
Giovanni Gentile fu insieme a Benedetto Croce, uno dei maggiori esponenti dell'Idealismo italiano (rappresenta la corrente filosofica dell'Attualismo contrapposta allo Storicismo di Croce). Importante protagonista della cultura italiana della metà del XX secolo, cofondatore dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana e, da ministro, artefice nel 1923 della riforma della pubblica istruzione che porta il suo nome. Fu figura di spicco del Fascismo.
In seguito alla sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana, fu vigliaccamente assasinato il 15 aprile 1944 da partigiani comunisti dei Gruppi di Azione Patriottica (G.A.P.) che lo avvicinarono tenendo in mano dei libri, fingendosi studenti. Gentile, com'era solito fare coi giovani, li fece avvicinare per dargli udienza e a quel punto uno di loro aprì il fuoco uccidendolo. Nonostante la maggioranza del C.L.N. fosse contraria, la sentenza fu eseguita e sostenuta dal Partito Comunista.
Lui rimane e rimarrà sempre, i suoi assassini e i loro disvalori saranno condannati all'oblio.
Circolo monarchico "Dante Alighieri - Patto per la Patria"
In copertina: Giovanni Gentile