La storia dell'Eroe italiano Francesco Baracca, leggenda dell'Aviazione (Lugo, 9 maggio 1888 – Nervesa della Battaglia, 19 giugno 1918).
FRANCESCO BARACCA: STORIA DI UN MITO
L'Asso degli Assi dell'aviazione italiana, M.O. al Valor Militare, il lughese Francesco Baracca nasce il 9 maggio 1888 dalla contessa Paolina Biancoli e da Enrico.
Dopo la maturità al liceo Dante di Firenze, frequenta la Scuola Militare di Modena, dove rimane per un paio di anni. A Pinerolo, dal 1909 al 1910, Baracca frequenta la scuola di Cavalleria presso il 2° Reggimento “Piemonte Reale” che, guarda caso, reca nello stemma araldico il cavallino rampante argenteo, su campo rosso, guardante a sinistra e con la coda abbassata.
Scelta l'aviazione che era allora una parte dell'esercito e dopo i corsi della scuola di pilotaggio a Bétheny, in Francia, conseguì il brevetto di pilota numero 1037 nel 1912.
Si narra che al fronte, nel 1917, sceglie di adottare, apportando delle varianti, lo stesso stemma del “Piemonte Cavalleria” quale emblema personale, per rivendicare le origini militari e l'amore per i cavalli. Un'altra ed accreditata versione, la si fa risalire all'usanza dei piloti, di assumere il titolo di “asso” all’abbattimento del quinto aereo nemico.
Il caso volle che Francesco Baracca, abbatté il quinto aereo tedesco guidato, probabilmente, da un pilota proveniente da Stoccarda, città con lo stemma che reca il cavallino, come simbolo personale sulla fusoliera (adottato anche dalla locale industria automobilistica Porsche, con la differenza che la raffigurazione tedesca è un cavallo femmina mentre quello del Rgt. Cavalleria è un cavallo maschio). Seguendo l'usanza dell’epoca, degli uomini d’onore, quale Baracca era, con il titolo di asso, era segno di rispetto quello di assumere anche il simbolo del nemico abbattuto.
E così fu.
Come tutti sanno nel 1923, dopo la vittoria al circuito del Savio, a Ravenna, di un auto di Maranello, la madre dell' Eroe alato, la contessa Paolina Biancoli dirà al suo costruttore: “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna“.
Il cavallino era ed è rimasto nero, su fondo giallo canarino, che è il colore di Modena.
La storia dell'eroe alato di Lugo di Romagna si è col tempo ammantata di leggenda, partendo dagli ingredienti del personaggio che nei numerosi duelli aerei, adottava con gli altri piloti nemici, quello spirito di nobile sfida proprio della Cavalleria di provenienza; come scriveva il Tasso, a guisa della "....singolar tenzone" dei cavalieri" dell'aria.
L'ardimento, il valore dimostrato ed il precipitare abbattuto sul Montello, colpito da un biplano austro-ungarico, visto troppo tardi, lo resero un moderno Ettore, l'Eroe Buono della tradizione omerica.
Poi il suo simbolo sulle Gran Turismo Veloci, oggi supercar, ed i bolidi delle corse automobilistiche, quelle rosse di Maranello, che nel mondo significano ITALIA, ha fatto il resto.
Con Baracca, ricordo anche Miraglia, Bertacchi, Baruzzi, Gramigna e Calderoni, che formano il sestetto degli insigniti di Medaglia d'Oro ai Valor Militare della Città di Lugo di Romagna, fulgido esempio di patriottismo nazionale.
Il Monumento dedicato a Francesco Baracca, opera dello scultore Domenico Rambelli
Il ricordo di F.Baracca non può non richiamare Il monumento a lui dedicato realizzato dallo scultore faentino Domenico Rambelli (1886 - 1972); un'opera d'arte unica nel suo genere, da alcuni definita come, l'unico monumento metafisico al mondo. E’ certamente un simbolo di Lugo e connota la piazza centrale insieme alla Rocca estense e al Pavaglione. “Ad Maiora” era il motto del pilota lughese la cui grande scultura, venne inaugurata il 21 giugno 1936 dal Duca d'Aosta; esso è uno degli esempi più felici, maestosi e “moderni” della plastica sintetista di Rambelli: un Landmark per la cittadina romagnola e per tutta la scultura del ‘900 italiano.
L'assegnazione dell'Opera del Regime a Rambelli, compare in relazione al progetto celebrativo fin dal 1925, con l’esplicito sostegno di Margherita Sarfatti e di Ugo Ojetti.
L’opera, impostata su un basamento di 1040 mq., comprende una grande ala verticale che costringe lo spettatore a guardare il cielo e una statua in bronzo di Francesco Baracca vestito con la tuta da aviatore, ritta su un piedistallo cilindrico di travertino che porta scolpite fiamme stilizzate e le date e i luoghi delle 34 vittorie dell’aviatore. L’ala, alta 27 metri, ha un’ossatura in cemento armato rivestito da blocchi di marmo travertino di Tivoli; i rilievi ai lati rappresentano un cavallino rampante, simbolo adottato per il proprio aereo da Baracca, col motto “Ad Maiora” e l’Ippogrifo, simbolo della XIX squadriglia.
La statua in bronzo, alta 5,70 m, rappresenta l’eroe con gusto arcaico e popolare: forme essenziali modellano poi tuta, casco e occhiali.
Le parti murarie furono realizzate nel 1935 con la supervisione degli ingegneri A. Taroni e S. Scardovi. I recenti lavori di restauro sono stati coordinati dalla dottoressa Ada Foschini, titolare di “Laboratorio del Restauro” di Ravenna; il restauro della statua in bronzo è stato affidato alla ditta Giovanni e Lorenzo Morigi di Bologna, mentre la struttura interna in cemento armato alle ditte CEAR di Ravenna e SAFER di Lugo.
Le spoglie dell'aviatore si trovano nel cimitero di Lugo. AD MAIORA!