Il 9 maggio 1936, quattro giorni dopo l'entrata trionfale del generale Badoglio in Addis Abeba, veniva proclamata l'annessione italiana dell'Etiopia, con la creazione, tramite Regio Decreto Legge n. 1019 del 1 giugno 1936, dell'Africa Orientale Italiana.
La proclamazione del nuovo Impero Italiano era avvenuta dopo la seconda guerra italo-abissina, che da ottobre del 1935 aveva visto le forze del Regno d'Italia opposte a quelle imperiali del Negus. L'Italia era desiderosa da tempo di lavare la sconfitta di Adua del 1896; inoltre il fabbisogno di terre per i coloni e la ricerca del prestigio degno di una potenza imperiale portarono Roma ad impegnarsi nuovamente in Africa.
Gli incidenti ai pozzi di Ual Ual costituirono il casus belli. L'azione fu diretta in un primo periodo dal generale De Bono, che occupò il Tigrai e con un bando abolì la schiavitù, ancora praticata in Abissinia. Nonostante questi iniziali successi, De Bono fu sostituito da Badoglio: Mussolini desiderava infatti un’avanzata più rapida, sicché l’anziano Quadrumviro fu sollevato dal comando delle operazioni.
Il generale Badoglio riorganizzò subito l’azione in Africa, promuovendo altresì la creazione di strade e infrastrutture, aspetto fondamentale in un territorio aspro come quello delle ambe etiopiche, privo di tracciati affidabili e collegamenti: in zone impervie le armi italiane aprirono strade e vie. Il Marchese del Sabotino, con le battaglie del Tembien e l'attacco al massiccio dell'Amba Aradam, la Battaglia di Mai Ceu e la Battaglia del Lago Ascianghi mise decisamente in scacco le forze di Hailé Selassié; il peso dell'aviazione e l'avanzata del generale Graziani da sud segnarono la fine dell'impero del Negus.
Con l'occupazione di Addis Abeba il conflitto propriamente detto era terminato, ma una residua ancorché tenace resistenza rimarrà attiva nel corso degli anni fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale. Relativamente a ciò l’attenta politica di pacificazione attuata da Sua Altezza Reale il Duca d'Aosta Amedeo di Savoia, Viceré d'Etiopia dal 1937, ebbe effetti largamente positivi. La conquista dell'Etiopia fu il punto di più alto consenso del regime fascista in Italia, consenso pressoché unanime: un’amplissima maggioranza di italiani fu favorevole e speranzosa nell'impresa, contro l'Abissinia e soprattutto contro le sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni su istigazione di Londra e Parigi. Fu altresì l'ultimo grande conflitto coloniale che vide la vittoria delle armi delle potenze occidentali, contrariamente, ad esempio, a quelli di Vietnam e Algeria.
Alessio BENASSI