Oggi, 9 Maggio 2021, è l’ottantacinquesimo anniversario della fondazione dell’Impero.
Questa festa nazionale, proclamata con la Legge n. 661 del 5 maggio 1939/XVII, ricorda il fausto evento in cui, nel 1936/XIV, terminata la Guerra d’Etiopia, il Duce proclamò al mondo il ritorno dell’Impero sui colli fatali di Roma e comunicò alle genti la suprema legge con cui il titolo di Imperatore d’Etiopia veniva assunto dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III e dai suoi Reali successori. Purtroppo anche in ambito monarchico, oggigiorno questa data è trascurata. Il motivo è molto semplice: poiché la repubblica sorta dalla guerra civile ha fatto del mito antifascista il collante tra le eterogenee forze che la fondarono, vi sono monarchici i quali, timorosi di offendere troppo i repubblicani al potere, sono tutti indaffarati a cercare di nascondere, in modo spesso contorto se non addirittura contraddittorio, ciò che di buono fece il Regno Fascista.
Quotidiano dell’epoca celebra la conquista dell’Impero https://www.laprovinciacr.it/news/nella-storia/88607/Il-re-d-Italia--Vittorio.html
In realtà la Monarchia Italiana raggiunse i suoi più fulgidi risultati, anche dal punto di vista giuridico e costituzionale, proprio durante il Fascismo: basti soltanto pensare al rinnovamento dei codici giuridici, mai riuscito nell’arco di cinquant’anni e portato invece a compimento proprio durante il ventennale Governo Fascista. Poiché noi non abbiamo bisogno dell’approvazione di chicchessia, è dunque con orgoglio che indichiamo questa data come traguardo importante della Monarchia Nazionale e essenziale per la stessa Dinastia Sabauda, che raggiunse per la prima volta nella sua storia il titolo Imperiale.
Lo stemma dell’Impero dell’A.O.I., che racchiude tutti gli emblemi dei suoi Governi attorno allo Scudo Sabaudo
Vittorio Emanuele III ebbe sempre presente l’importanza del concetto di Impero per la Latinità e l’Italianità, che ne furono la culla. Questo concetto individua nella Romanità un valore universale che si dirama dall’Italia, con la sua giustizia, il suo diritto, la sua storia e la sua cultura, e non può non contribuire ai supremi ideali della stirpe. E’ pertanto evidente che l’odierna festività trascende il fatto storico della Guerra d’Etiopia, la cui trattazione specifica esula dalla commemorazione odierna e richiederebbe una monografia a sé stante. Sulla questione ci limitiamo solo a dire che le accuse all’Italia sono di solito mosse da crassa e malevole ignoranza, dettata da un pregiudizio non di rado connotato di autolesionismo: ciò vale anche per gli stessi storici di grido, che hanno ricostruito gli avvenimenti in modo parziale, al solo scopo di denigrare l’opera della nostra stirpe, che invece è sovente lodata e riconosciuta dalle stesse popolazioni con cui venne a contatto. Oggigiorno perciò vi sono due aspetti che questa festività ci permette di ricordare al mondo: il primo è l’inscindibile legame che c’è tra Italianità e Impero, legame ben chiaro anche al sommo Dante, poiché la nostra civiltà millenaria deve essere portatrice di un messaggio imperiale, cioè universale; il secondo è la rivalutazione del colonialismo Italiano, con le sue alterne fortune e le sue variegate vicende che abbracciano i secoli XIX e XX, che vanno intieramente riscoperte e illustrate nella loro realtà, finalmente depurate dai dettami del pensiero unico moderno. Auspichiamo che finalmente non solo tutto il mondo monarchico, ma in generale tutti i sinceri patrioti possano riconoscersi nei valori espressi dal 9 Maggio.
Vittorio VETRANO
Immagine di testa tratta dalla copertina della Domenica del Corriere, 27 Dicembre 1936/XV