Oggi 3 Marzo cade l’ottantesimo anniversario della morte in prigionia di Amedeo di Savoia (1898-1942), III Duca d'Aosta, Viceré d'Etiopia, Eroe dell'Amba Alagi, Medaglia d'Oro al V. M., limpida figura di Principe Sabaudo fedele alla Tradizione della Sua Casa. Amedeo era nato a Torino il 21 ottobre 1898, figlio di Emanuele Filiberto, II Duca d’Aosta e Comandante dell’Invitta III Armata nel corso della I Guerra Mondiale, ed Elena di Borbone-Orleans.
Amedeo fu inviato al St. Andrew College di Londra, imparando perfettamente la lingua inglese, quindi al Reale Collegio della Nunziatella di Napoli. Allo scoppio della I Guerra mondiale si arruolò, a soli sedici anni, come soldato semplice nel Reggimento di artiglieria a cavallo “Voloire” ed affidato al generale Petitti di Roreto, al quale il padre, Emanuele Filiberto disse: «Nessun privilegio, sia trattato come gli altri».
Sul campo, il Nostro si guadagnò il grado di capitano per merito di guerra. Dopo la guerra seguì lo zio, Luigi Amedeo, Duca degli Abruzzi, nell’esplorazione della valle del fiume Uèbi Scebèli allo scopo di stabilire una fattoria per la coltivazione di cotone, canna da zucchero e semi oleosi; insieme costruirono una ferrovia ed un villaggio, battezzato Villaggio Duca degli Abruzzi.
Nel 1921 fu nel Congo Belga, poi, nel 1923, il Duca delle Puglie riprese la carriera militare e si laureò in giurisprudenza all’Università di Palermo. Il 24 luglio 1926 conseguì la licenza di pilota militare e quindi tornò in Africa compiendo diversi voli ricognitivi in Cirenaica, guadagnandosi una Medaglia d’Argento al V. M.. Alla morte del padre il 4 luglio 1931, assunse il titolo di III Duca d’Aosta. Il 16 novembre 1937 fu nominato Generale di Squadra Aerea.
Tornato in A.O.I., successe al Generale Graziani quale Vicere d’Etiopia. Nel 1941, Lui ed i suoi uomini resistettero agli inglesi sull’Amba Alagi. Dopo giorni di resistenza il Duca d’Aosta fu costretto alla capitolazione, ma ebbe l’onore delle armi. Morirà alle 3,45 del 3 marzo 1942, quale prigioniero di guerra n. 11590. Prigioniero appunto a cui gli inglesi concessero, come visto, l'”onore delle armi” e gli avevano prospettato il rientro dalla prigionia, da Lui nobilmente rifiutato, volendo rimanere con i Suoi soldati e prima di spirare disse: “Importante non è dove e quando si cade, ma cadere bene [...]” e “sarebbe stato meglio morire sull'Amba Alagi, ma capisco che questo desiderio era vanità, e quindi bisogna saper morire anche in una clinica, in un letto, lontano dalla Patria, da tutti ed in mano al nemico”.
Il 5 novembre 1927, il Duca d’Aosta aveva sposato in Napoli la principessa Anna d'Orleans, figlia del principe Giovanni d'Orleans, Duca di Guisa. Dal loro matrimonio sono nate due figlie: Margherita, andata in isposa a Roberto d'Absburgo Lorena e Cristina sposata con Casimiro di Borbone delle Due Sicilie.
Nel corso della visita in Italia del 1953 da parte dell'Imperatore d'Etiopia Hailè Selassiè, quest'ultimo voleva incontrare la Duchessa d'Aosta, Anna, in quanto rimase esterrefatto dalla signorilità di governo del Duca d'Aosta da Vicerè in confronto ad esempio al generale Graziani, ma il governo italiano impedì codesta visita in quanto la riteneva un'offesa alla repubblica. L'imperatore d'Etiopia però inviò il suo ambasciatore a rendere omaggio egualmente alla Duchessa d'Aosta. Al Duca d’Aosta fu concessa la Medaglia d’Oro al V. M. con questa motivazione:
«Comandante superiore delle Forze Armate dell'Africa Orientale Italiana, durante undici mesi di asperrima lotta, isolato dalla Madre Patria, circondato da nemico soverchiante per mezzi e per forze, confermava la già sperimentata capacità di condottiero sagace ed eroico. Aviatore arditissimo, instancabile animatore delle proprie truppe le guidava ovunque, per terra, sul mare e nel cielo, in vittoriose offensive, in tenaci difese, impegnando rilevanti forze avversarie. Assediato nel ristretto ridotto dell'Amba Alagi, alla testa di una schiera di prodi, resisteva oltre i limiti delle umane possibilità, in un titanico sforzo che si imponeva all'ammirazione dello stesso nemico. Fedele continuatore delle tradizioni guerriere della stirpe sabauda e puro simbolo delle romane virtù dell'Italia imperiale e fascista. Africa Orientale Italiana, 10 giugno 1940-18 maggio 1941».
Successivamente alla Sua morte, il 23 ottobre 1942 ad El Alamein “mancò la fortuna, ma non il valore”. Onore ai nostri soldati. Onore ad Amedeo di Savoia, III Duca d’Aosta!
Gianluigi CHIASEROTTI