Ritratto di Caterina de' Medici, la cui lunghissima e travagliata esistenza cominciò a Firenze il 13 aprile 1519 e terminò lontano da casa, nel castello di Blois, il 5 gennaio 1589.
Settant’anni coronati dal matrimonio con re Enrico II e dal suo ruolo di reggente del regno di Francia, che lasciano emergere una figura femminile di prim’ordine, spregiudicata e determinata, capace di districarsi con energia tra i veleni della corte del più grande regno d’Europa, che non sempre la guardò con fiducia, anzi con sospetto, e che venne sempre appellata, con disprezzo la "banchiera", per i trascorsi della sua famiglia. Il ruolo svolto da Caterina nel suo tempo, costituì il momento di passaggio tra due mondi culturalmente distanti ovvero la sofisticata Italia, sua terra d'origine e l’ancòra acerba Francia di quell’epoca. Divenne altresì figura di passaggio nella sua epoca, il XVI secolo, nel quale si affacciarono novità e cambiamenti pur presentando le contraddizioni, della bellezza e delle atrocità, proprie del Rinascimento .
Momento determinante per Caterina fu il suo matrimonio, nel 1533 con Enrico II di Valois, figlio del re di Francia Francesco I.
Caterina è una ragazza non bella ma intelligente, piena di charme, discreta, attenta che piace al re, ma un po’ meno a suo figlio intento a correre dietro alle sottane di corte.
Tre anni dopo, un episodio inaspettato: l’erede designato al trono di Francia muore e il nuovo delfino è Enrico, secondogenito del re. L’italiana, sua moglie, può diventare regina.
Ma dovrà attendere 11 anni per salire al trono, cioè il 1547, quando Francesco I muore. Mentre la sua incoronazione ufficiale avviene solo nel giugno 1549.
Da quel momento inizia la sua avventura politica, centrata sul grande scontro religioso tra cattolici e riformatori, che scoppia dagli anni Cinquanta del XVI secolo. Caterina è individuata da molti come persona aperta al dialogo coi protestanti, ferma sostenitrice della tolleranza civile, ma nemica di ogni estremismo. Una illuminata moderata che al trono Carlo IX, cerca di dare vita ad una politica di riconciliazione tra le opposte schiere religiose. Ma lo scontro è troppo duro, le distanze insanabili, gli odi acerrimi fino al massacro di San Bartolomeo, il 22 agosto 1572, dove solo a Parigi, cadono uccise tremila persone e circa altre diecimila in diverse parti del Paese. Dopo San Bartolomeo la propaganda calvinista inondò l’Europa di pamphlet propagandistici: se c’era un colpevole, questo era lei, la regina. Visse ancora 17 anni, in cui mostrò tutta la sua capacità diplomatica, da donna, come disse di sé stessa, che "aveva Machiavelli nel sangue".
È stata Caterina, qui la sua grandezza, prima di molti altri, a concretizzare l’intuizione della ragion di Stato che Machiavelli aveva introdotto. Mi piace ricordare una Grande Donna della Storia, colei che, nata a Firenze in casa Medici, aveva saputo felicemente coniugare le doti della virtù con quelle che la fortuna le regalò.
Gianluca RIGUZZI.
Allego l'immagine del dipinto di Jacopo Chimenti da Empoli "Nozze di Caterina de’ Medici con Enrico II di Francia" del 1600 ca., una notevole opera del Barocco, custodita nelle Gallerie degli Uffizi.
Per approfondimenti :
Virtù e fortuna di Caterina de' Medici, l’italiana regina di Francia - Corriere.it
https://www.corriere.it/cultura/19_dicembre_23/virtu-fortuna-caterina-de-medici-l-italiana-regina-francia-3546bfc0-255c-11ea-a020-761900101aa6.shtml