Fallimento completo dell’UE. Siamo in mano a usurai e prestasoldi da patrie galere. Nessuna solidarietà fra i popoli del vecchio continente. Come nel passato, francesi e tedeschi, vogliono solo rapinarci.
CI RUBANO ANCHE LE MASCHERINE
In un momento di grave difficoltà sanitaria e prossimamente economica per la nostra Patria, scrivere serenamente e pacatamente su quello che succede e che ancora “ha da venire”, non è facile. Non è il momento di fare polemiche politiche, ma di agire. Chi può dare un valido giudizio se questo sia il Governo adatto a una situazione così complessa o no? Gli italiani da sempre sono dei grandi allenatori e ognuno ha la sua ricetta per far vincere la nazionale: figuriamoci se anche in questa situazione, non si debbano spaccare in due. In fondo, siamo sempre stati guelfi e ghibellini. Apriamo una parentesi. Se son fosse stato per un baffuto Re Vittorio Emanuele II, di cui qui ricorrono i duecento anni della nascita (14 marzo 1820), che si trovava più a suo agio con la spada che con la penna (ma questo non aveva una grande importanza) con il pennino ci sapeva fare Camillo Benso Conte di Cavour. Grazie a costui, il Re il 10 gennaio 1859 nel parlamento sardo (si era ancora ai tempi del Regno di Sardegna), pronunciò la famosa frase: -Il nostro paese, piccolo per territorio, acquistò credito nei Consigli d'Europa perché grande per le idee che rappresenta, per le simpatie che esso ispira. Questa condizione non è scevra da pericoli, giacché, nel mentre rispettiamo i trattati, non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi!-. Così, nel bene e nel male, l’Italia divenne nazione. Speriamo solo che usciti da questo tragico periodo di crisi, l’Italia si ricordi di questo Re, magari anche solo con un francobollo e un omaggio, da parte dell’attuale capo dello Stato, al fondatore e creatore dell’Unità d’Italia. Chiusa parentesi. Tornando al presente, credo che questo ci possa servire da lezione (e che lezione!) sui futuri rapporti che si dovranno intrattenere con i nostri “fratelli-serpenti” dell’UE. Qualcosa dovrà assolutamente cambiare. Ci hanno trattato da untori, insultati suoi social con video ironici, intossicato l’economia con dichiarazioni che hanno bruciato i positivi risultati economici di un anno! Mi domando, e con me tanti altri, se la Signora Cristine Lagarde prima di andare in conferenza stampa avesse bevuto del buon cognac francese? Sicuramente, se le avessero fatto la prova del palloncino, sarebbe stata positiva. Inoltre, dopo aver sottovalutato il problema, adesso ci rubano le mascherine. In più chiudono le frontiere. Chissà se al venditore di mortadella di Bologna è sorto qualche dubbio sulla tanta sbandierata fratellanza dei popoli? Ah, già, dimenticavo. Io, come tanti italiani sono figlio unico e, quindi, non avrò la mascherina! Diciamo le cose come stanno: non si tratta di sforare i parametri della nostra traballante economia, si tratta di salvare vite umane ma, visti i disastri compiuti in Grecia quando fu imposta l’austerità dai burocrati vestiti di grigio di Bruxelles (ma starebbero meglio vestiti in nero come i becchini), dubito che ci possa arrivare un gran sostegno. Sarà, ma chi ci governerà nel futuro, dovrà assumere ben altro atteggiamento nei loro confronti. Infatti, purtroppo, non ci troviamo di fronte a uomini e donne che sanno il significato della parola “solidarietà”, ma solo della gente che a Napoli sarebbe definita “ommo è mm….”. Al momento, però, dobbiamo affidarci al grande sacrificio di tutti quelli che da giorni sono in trincea, in prima linea, e che sono impegnati su quella che si può chiamare la Nuova Linea del Piave. Termino, in questo momento di unità nazionale, ricordando una frase del lessico napoletano: - Addà ‘a passà la nuttata -.
16 marzo 2020
Massimo NARDI
dal sito http://www.dabicesidice.it/