Il 7 febbraio 1878, dopo trentuno anni di pontificato, rimise l'anima al Signore Iddio il Papa Pio IX, al secolo Giovanni Maria Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai Ferretti. La figura del Beato Pio IX rimane fondamentale, seppur spesso dibattuta, nella storia della Chiesa e nelle vicende italiane.
Il futuro Papa nacque a Senigallia il 13 maggio 1792, in gioventù soffrì molto a causa della salute cagionevole, solo nel 1815 dopo la visita al Santuario della Madonna di Loreto e lì l'incontro con Sua Santità Pio VII ebbe dei miglioramenti. Visse gli anni turbolenti della rivoluzione e delle guerre napoleoniche, vide la restaurazione. Fin dai primi anni di formazione in seminario si prodigò per le opere caritatevoli, come per esempio il "Tata Giovanni", un ospizio per i ragazzi abbandonati dove questi avrebbero ricevuto un'educazione, un'istruzione e imparavano un mestiere. Con grande umiltà volle sempre essere un semplice "parroco di campagna", prese il terzo ordine francescano cercando di evitare ogni carica ecclesiastica.
Ma la Provvidenza lo volle nel corpo diplomatico Vaticano in Cile tra il 1823 e il 1825, e anche lì fu sempre vicino ai poveri e ai malati, in mezzo agli ultimi senza clamore e risalto portava la comunione e i sacramenti.
Rientrato in Italia il Pontefice Leone XII gli conferì il compito di dirigere l'ospizio di San Michele a Ripa, dove venivano accuditi poveri, anziani, ex-meretrici e giovani abbandonati. Anche quando nel 1827 divenne Arcivescovo di Spoleto, a soli trentacinque anni, continuò le opere per i poveri e gli ultimi, specie dopo il terremoto del 1831 si prodigò moltissimo negli aiuti e nella ricostruzione. Evitò spargimenti di sangue, utilizzando le parole e la mediazione, dopo le insurrezioni del 1830. Proprio grazie ai meriti conseguiti nel suo apostolato, nel 1832 Papa Gregorio XVI lo nominò Vescovo di Imola e nel 1840 ricevette la porpora cardinalizia.
Nel 1846 il cardinale Mastai Ferretti venne esaltato al soglio pontificio, nonostante le manovre austriache per evitare la sua elezione. Anche da Papa Pio IX proseguì la sua opera volta verso gli ultimi, diede avvio alle prime riforme e ben presto assunse il ruolo di guida alla causa italiana. Con la costituzione di una lega doganale tra gli stati italiani, Pio IX pensava di poter riunire i vari principati per via diplomatica, creando le basi per un'unificazione federale. I moti del 1848 lo videro protagonista, con la concessione di una costituzione e un'iniziale sostegno alla prima guerra d'indipendenza. Assai più ardua fu la breve esperienza della repubblica romana del 1849, che vide Papa Mastai esule a Gaeta, prima di poter rientrare in Roma con l'aiuto francese.
Gli anni che seguirono lo videro sempre e comunque in prima linea per i poveri, l'istituzione di organizzazioni a sostegno dei sordo-muti e l'ammodernamento delle infrastrutture dello stato pontificio come l'ampliamento di porti, la bonifica di paludi e la costruzione di ferrovie e telegrafi. Inoltre, momento fondamentale in materia di dottrina, fu la proclamazione del dogma dell'Immacolata concezione l'8 dicembre 1854.
Anni più ardui videro l'incrinarsi dei rapporti tra Roma e Torino, le campagne della seconda guerra d'indipendenza, i plebisciti e la politica di secolarizzazione portarono al ridimensionamento dello Stato pontificio e la spaccatura tra il nascente Stato italiano e la Chiesa cattolica.
La terza guerra d'indipendenza nel 1866, la crescita della Prussia, la caduta di Napoleone III a Sedan nella guerra franco-prussiana segnarono la fine dello stato pontificio. Pio IX difese sempre lo Stato che aveva ereditato, un compito che svolse da grande Pontefice e con umiltà. Il 1870 vide la breccia di porta Pia, l'annessione di Roma e del Lazio al Regno d'Italia, che crearono la spaccatura della "questione romana". Pio IX rimase in Vaticano, si dichiarò "prigioniero dello Stato italiano", visto che i sacri palazzi non videro avvicinarsi i soldati del generale Cadorna.
Nonostante la distanza e la divisione che intercorreva con lo Stato italiano, Pio IX e il Re Vittorio Emanuele II, intrattennero sempre una corrispondenza epistolare.
Quando nel gennaio del 1878 il Re era agonizzante al Quirinale, il Pontefice inviò monsignor Marinelli, per accordare al monarca i sacramenti. Nello stesso anno, a febbraio, dopo aver baciato il crocefisso e pregato l'immaginetta della Beata Vergine, lo stesso Pio IX morì.
Per il suo apostolato, per i suoi meriti in campo di fede e dottrina, per la sua bontà e lo slancio profuso verso i poveri e gli ultimi verrà proclamato Beato il 3 settembre 2000.
Oggi, a distanza dai fatti intercorsi, possiamo giustamente ricordare la figura di questo Sommo Pontefice. Pio IX merita il riconoscimento per i suoi meriti, ed in egual misura non denigriamo il processo di unificazione patria, questo perché se la "questione romana" fu una spaccatura terribile che non poté far combaciare l'animo dei cattolici e degli italiani, con l'11 febbraio 1929 questa crepa è stata chiusa, l'autorità del Pontefice e del Re d'Italia si riconobbero reciprocamente e per segno della provvidenza questi erano Sua Santità Pio XI e Sua Maestà Vittorio Emanuele III.
Infatti, voglio concludere ricordando le parole di Pellegrino Rossi, uno dei sostenitori della federazione italiana, riportate nei suoi scritti: "Lascio allo scrutatore infallibile de' cuori il decidere se, nel tentare discretamente più vie, l'illustre pontefice [Pio IX, N.d.C.] abbia seguito i consigli di una politica profondamente premeditata, o non piuttosto i vari impulsi del suo animo mansueto, religiosissimo e italiano. Affermo bensì che se l'Italia non ebbe da Pio tutto quanto da molti speravasi, molto ebbe però e tanto, che senz'esso il risorgimento d'Italia non poteva essere saviamente tentato; non poteva senza la preparazione e l'aiuto morale di Pio IX, come non poteva senza le armi di Carlo Alberto".
Alessio BENASSI