ESILIO: 13 GIUGNO 1951/2020

Giovanni Ruzzier ci racconta il suo forte legame con la Patria, un legame che lo costrinse ad esiliare dall'amata Pirano e lo portò ad iscriversi all'Unione Monarchica Italiana di allora.


ESILIO: 13 GIUGNO 1951/2020


Perché amo Pirano? Perché ci sono nato, li ho fatto i primi passi della mia lunga vita, li ho iniziato i miei studi, li ho i ricordi di una adolescenza che mi ha fatto crescere in fretta,  essendo stato arrestato ed associato al carcere cittadino per aver svolto attività anti-jugoslava, perché lì riposano i miei nonni ed i miei genitori.

Era gennaio 1951 quando venni prelevato dai militi della Difesa Popolare e a distanza di poco tempo, libero,  in attesa di un possibile giudizio, ero ritenuto un ribelle, un poco di buono,  tanto che nel corso di una riunione dei genitori nell’aula magna della scuola media fui redarguito pubblicamente dal preside il prof. Paolo Sema – comunista – il quale disse che “non ero degno di mio padre”  e alla lettera di rimostranze di mia madre così rispose:”” non pensavo che un ammonimento meritatissimo potesse ferire il vostro giusto orgoglio di madre, ma io non intendevo offendere né Voi, né il Vostro Gianni bensì era mia intenzione dare un giusto attestato di lode alle magnifiche doti civili e politiche di Giacomo che mi è amico carissimo e compagno inseparabile e di dare contemporaneamente una doppia lezione ai nostri avversari presenti ed a Vostro figlio che deve diventare nella scuola ciò che Giacomo è nella società e nel lavoro.””!

Papà Giacomo è stato una grande papà, era comunista, era un uomo retto. Mi ha insegnato tante cose e ancora oggi ricordo  quando decisi di intraprendere la vita militare, mi disse guardandomi fisso negli occhi: “”Ricordati, un uomo per essere tale deve avere due qualità; l’onestà e sincerità, se seguirai questa condotta potrai camminare sempre a testa alta, senza mai chinare il capo dinanzi a nessuno””

 In definitiva si voleva fare di me un bravo “pioniere”. Non ci riuscirono, tanto è vero che il 3 febbraio 1951, solo quattro mesi prima che fuggissi dalla mia amata città, riuscii a ottenere del Circolo Cultura Popolare Italiano l’autorizzazione a commemorare nel Teatro Tartini  il grande musicista Giuseppe Verdi nel 50° anniversario della morte dove tra l’altro dissi, avevo 16 anni:””Sfruttando la sua musica impulsiva ed ardente aiutò, confortò i suoi fratelli facendoli credere nella libertà. Fu così che Giuseppe Verdi divenne popolare e lo fu di più quando presentò nell’opera “Nabucco” il noto coro “Va pensiero sull’ali dorate”, risvegliò il popolo al letargo e immortalò se e gli altri nella storia””.

Citazioni che non piacquero al Comitato Popolare cittadino che vide nelle mie parole un invito alla ribellione, per cui altre restrizioni personali fino al 13 giugno 1951 Sant’Antonio da Padova”. Fuggivo, grazie all’aiuto di mia Madre,  dalla mia città natale occupata dagli jugoslavi e raggiungevo Trieste occupata dagli anglo-americani. Avevo trovato la libertà e il 14 giugno 1951 salivo di corsa le scale per raggiungere la sede del Partito Nazionale Monarchico – Stella e Corona,  iscrivendomi e, successivamente,  il 17 novembre 1951 mi iscrivevo all’Unione Monarchica Italiana.

Rimini, 13 giugno 2020


Giovanni Ruzzier