Bellissimo ricordo di Salvatore Zappardino relativo all'emergenza umanitaria verificatasi nel 1999 nei Balcani. Certe situazioni tragiche, vissute in prima persona, lasciano un segno indelebile, ci migliorano, ci rendono maggiormente consapevoli di quanto possiamo dare a chi versa nel dolore, e nello stesso tempo ci fortificano per consentirci di essere leali testimoni di un mondo alla rovescia!
Sulla nave San Giorgio che nel 1999 mi riportava dall' emergenza Kossovo in Albania, i bambini presenti erano quasi tutti orfani e feriti accolti dalla Missione Arcobaleno nell’ambito dell’emergenza umanitaria verificatasi nei Balcani.
Mi sembrava di vedere dal vivo alcune immagini del film "Exodus" con Paul Newman. Ma (haimè !! ) ….non era un film .
La maggior parte di questi bambini avevano perso la propria famiglia. Come si fa a continuare a vivere una vita sensata, dopo un massacro del genere? Capivo bene che dopo una tale disfatta dell’uomo sull'uomo non sarebbe stato possibile tornare ad una esistenza banale, comune. Qualcosa era cambiato anche per la mia persona.
Le nostre vite dopo una esperienza così cruenta non sarebbero state più le stesse. Su quella nave c’era una veterinaria kossovara (miracolosamente sfuggita alla….pulizia etnica) , che sulla via per imbarcarsi aveva trovato due cani malati, li aveva presi con sé e li aveva curati anche durante il viaggio. Questi cani erano diventati i beniamini dei bambini sulla nave ed oggetto di attenzione, di gioco da parte loro. La grande aspirazione della veterinaria era di tornare nel Kossovo, per creare un pronto soccorso veterinario . Così vedeva il futuro facendo dei progetti, guardando avanti e…pensando come poteva essere utile per la sua comunità . Aveva perso la sua famiglia e il suo bisogno di dare amore, ricevere attenzioni in quel momento era stato incanalato in quei due cani . Quel viaggio avvenne a conclusione di una esperienza cruenta a livello psicologico e giurai a me stesso che avrei custodito per tutta la vita il ricordo di quelle settimane trascorse nei campi profughi .
Col passare degli anni ho scoperto quanto profondamente ancora li ricordi, quanto siano presenti nella mia vita anche quando faccio ripetere la geografia a mia figlia Rosa Alda. Oggi, con il senno di poi, posso affermare che la mia era una famiglia che incarnava tutti gli elementi umani positivi della società italiana. Vorrei tanto che Angela e Rosa Alda possano fare altrettanto e…. prendere esempio. Fino ai miei 37 anni ho vissuto in questo ambiente, senza immaginare quanto la mia memoria, il mio modo di essere, li stesse trattenendo. Ogni giorno della mia vita mi rendo conto di quanto una parte dei miei cari è viva in me non solo con i ricordi ma con le mie azioni e con una buona dose di buon senso che ho ricevuto da mio padre. Anche ora che sono qui alla mia scrivania li sento vivi, presenti e li sento accanto a me come se non mi fossi mai allontanato da loro e come se….loro non si fossero mai allontanati da me.
In tutti questi anni ho custodito tali ricordo per farne una mia personale lezione da poter trasmettere anche Ad Angela ed a Rosa Alda.
Salvatore ZAPPARDINO