FRANCESCO BARACCA (1888-1918)

Il 19 giugno 1918 muore nei cieli del Montello, trentenne, Francesco Baracca. Desideriamo ricordarlo quale pioniere ed eroe dell’aviazione nazionale, gloria e prestigio della Patria.


Francesco Baracca nacque in Provincia di Ravenna, a Lugo, il 9 maggio 1888. Il padre Enrico, proprietario terriero, era un uomo d’affari; la madre Paolina proveniva dalla famiglia dei Conti Biancoli. Dopo gli studi nella sua città natale ed in Firenze, optò per la carriera militare ed entrò alla prestigiosa Accademia di Modena. Uscitone con i gradi di Sottotenente, nel 1910 venne assegnato al celeberrimo Reggimento di Cavalleria Piemonte Reale, allora di stanza a Roma. Nella capitale ebbe modo di farsi apprezzare quale cavaliere in diverse competizioni ippiche. 

Nel 1912 si offrì volontario nella neonata aviazione e si addestrò in Francia. 

Scoppiata la Grande Guerra compì la sua prima missione il 25 agosto 1915. Autentico pioniere del volo, il 7 aprile 1916 il Cacciatore di Lugo riuscì ad abbattere un Brandenburg austriaco, facendone prigioniero l’equipaggio. La sua prima vittoria fu anche la prima in assoluto dell'Aviazione Italiana. 

Allora i duelli aerei erano un’assoluta e affascinante novità per i militari: data la tecnologia ancora per nulla affinata, l’abilità dei piloti doveva essere necessariamente straordinaria ed ogni minimo errore poteva causare disastri. Gli avieri vi si accostavano perciò quasi con un’aura di sacralità e con uno spirito di autentica cavalleria e apprezzamento per l’avversario, considerato “fratello di un comune destino”. Baracca in particolare, autentico cavaliere dell’aria, espresse sempre il suo assoluto rispetto per l’avversario sconfitto. Egli soleva infatti portargli, se prigioniero, piccoli doni, o, se caduto, corone di fiori sulla tomba. 

Le vittorie dei cieli presto si susseguirono e il nome di Baracca fu reso popolare in Italia da tutti i giornali. A proposito delle sue imprese aeree egli disse:

“Quando volo, soprattutto quando sto duellando con il nemico, la mia mente è vuota, libera, non pensa. Agisco d’istinto, rovescio l’aereo, lo faccio scivolare d’ala, lo metto in vite, lo richiamo”: 

Nella primavera 1917 attorno a lui vennero radunati i migliori piloti da caccia per formare un’unità di prestigio, la 91ª squadriglia, che presto venne chiamata “la squadriglia degli assi”. Con Baracca erano aviatori del calibro di Piccio, Ranza e Ruffo di Calabria. E’ possibile che proprio in questo periodo l’asso scegliesse quale suo emblema il cavallino rampante nero, in onore del “Piemonte Reale”, che ne ha uno argento in campo rosso. 

La sua insegna si riconosce facilmente anche oggi sulle derive degli F16 del X Gruppo Caccia dell’Aeronautica e sulle vetture Ferrari.


Baracca col suo aereo. In risalto il celebre cavallino rampante.


Dopo la ritirata di Caporetto, Baracca e i suoi camerati combatterono sulla nuova linea di difesa Italiana lungo il Piave. Quando gli austriaci lanciarono la loro ultima offensiva tentando di forzare il fiume, l’aviatore di Lugo fu in prima linea assieme ai suoi fin dal primo giorno, dando un contributo decisivo alla sconfitta delle forze aeree nemiche. Conquistato il dominio del cielo, le unità da caccia Italiane vennero impiegate in pericolose missioni di attacco al suolo sulle trincee avversarie. In una di queste, la sera del 19 giugno 1918, Baracca fu visto precipitare in fiamme sul Montello, non lungi da Nervesa della Battaglia, colpito da un biposto o da un fante austriaco. 


Vittorio VETRANO 


Bibliografia

Goldoni L., Goldoni A. (2015), Francesco Baracca. L’eroe dimenticato della Grande Guerra, Ed. Bur Rizzoli


Immagine del titolo:

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