Ricordo di Giorgio Politeo (Spalato, 15 aprile 1827 – Venezia, 26 dicembre 1913), filosofo ed educatore italiano.
GIORGIO POLITEO
Laureatosi a Vienna e studioso del Foscolo e dell' Orlando Furioso,il poema cavalleresco di Ludovico Ariosto pubblicato nel 1516 a Ferrara, ebbe dapprima l'incarico della cattedra di storia nell'università di Padova, ma fu presto richiamato a Vienna come sospetto alle autorità politiche austriache. Nel 1855 passò al liceo S. Caterina di Venezia, (che poi assumerà il nome di Liceo Ginnasio Marco Foscarini), finché, dopo altre accuse e vicende, venne trasferito nel 1859 per punizione al liceo di Mantova, dove insegnò storia e letteratura italiana. Su un programma del Ginnasio-Liceo di Mantova il Politeo pubblicò nel 1862 lo scritto filosofico "Genesi naturale di un'idea", mentre solo nel 1919 una parte dei suoi scritti sarà stampaa da Zanichelli.
Tornò nel 1866 a Venezia liberata, occupandovi la cattedra di filosofia nel liceo Marco Polo, e appunto sul grande viaggiatore italiano tenne nel 1868 un discorso che riuscì un quadro acuto e comprensivo del Medioevo.
Il suo pensiero filosofico è caratterizzato dal rifiuto di ogni schematismo, da frammentarietà e da continue divagazioni al limite dell'erudizione spinta: come ebbe ad affermare Ildebrando Tacconi, spalatino docente, storico e letterato italiano nella sintesi del pensiero di Politeo: "se nella Critica della ragione pratica di Kant, l'uomo si affranca dall'ordine naturale, perché si autodetermina in virtù della ragione, come fonte delle categorie, e avendo coscienza di sé come soggetto universale, si sente vincolato a una legge che non tiene conto della connessione necessaria delle cose, per Politeo, al contrario, il principio morale non è una legge di ragione, ma un principio, che avendo solidarietà con tutti gli altri elementi della vita, scaturisce dalle profondità del sentimento, come lo scopo dell'essere umano; e le forze intellettive e volitive non hanno altra funzione che d'interpretare e di attuare questo impulso interiore, questo sentimento del bene.... il cui meccanismo e la cui origine sono inaccessibili alla ragione".
Un minore nell'universo della storia della filosofia italiana che richiamo alla Vostra attenzione, perchè già da alcuni anni, le maggiori riflessioni sull'opera dello spalatino Giorgio Politeo sono giunte da parte di alcuni studiosi croati che tentano di appropriarsene, croatizzandolo e presentandolo come Juraj Politeo.
Teniamocelo stretto in virtù della sua nascita in una città di mare sotto il Regno di Dalmazia uno dei territori della corona dell'Impero austriaco ma non dimentichiamoci il suo essere ITALIANO, di antica famiglia borghese veneziana, insediatasi in città all'indomani della proclamazione dello Stato da Mar o Domini da Mar, della Repubblica di Venezia, che prese completamente il possesso di Spàlato nel 1420 e che comprendeva i territori dell'Istria, la Dalmazia Veneta (con Spalato), l'Albania Veneta, la Morea (ovvero la penisola del Peloponneso), le isole Egee, le isole Ionie, Candia (un comune greco nell'isola di Creta) e Cipro.
Gianluca Riguzzi
In copertina: Giorgio Politeo insegnante al Liceo Santa Caterina di Venezia (1882) - È seduto nella seconda fila dal basso con un bastone in mano.