Roma, giusta Capitale d’Italia, di cui quest’anno cadono i 150 anni della sua proclamazione, viene celebrata dalle parole di Gianluigi Chiaserotti.
IL 2773° ANNIVERSARIO DI ROMA
Il 21 aprile cade il 2773° anniversario (facendo fede al 753 a. C.) della fondazione di Roma e desidero rivolgere uno schematico, direi, omaggio alla Città Eterna, sede anche dell’impero più esteso di tutti i tempi e, non a caso, definita “Caput Mundi”.
Però tutto ciò è dovuto ad artefici, succedutisi nei secoli, che ricordo molto sommariamente.
La perspicacia di Romolo, il quale, secondo la tradizione, ne tracciò il solco; poi Numa Pompilio, al quale è dovuta l’istituzione dei riti religiosi e di una prima stesura della “Lex XII Tabularum” (“cunabula iuris”); quindi Giulio Cesare, Augusto, Marco Aurelio, Costantino, Giustiniano ed il suo “Corpus Iuris Civilis” tuttora consultato dai giuristi.
Quindi poeti come Orazio ed il suo celebrativo “Carmen Saeculare”, i cui versi li ritroviamo nell’”Inno a Roma” di Puccini; oratori come Cicerone che, tra l’altro, mirabilmente definì la Storia «Historia est testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis»; storici come Tito Livio che narrò la Storia dell’Urbe. Ma anche pedagoghi come
Marco Fabio Quintiliano che ebbe in assoluto, e per primo, una cattedra di retorica statale stipendiata dallo stato. Con la sua opera più famosa, l’”Institutio Oratoria”, egli scrisse un vero e proprio trattato di pedagogia in cui delineava tutte le fasi della preparazione scolastica e culturale (celeberrimo è il profilo della due letterature greca e latina) per il futuro oratore, partendo proprio dall’infanzia.
Roma, come giusta sede della Chiesa Universale e del Successore di San Pietro: il Papa.
Roma, culla del diritto consuetudinario non scritto che porta il nome di Romano e, trasformato e modificato, diviene diritto comune europeo e quindi “common law” per i Paesi anglosassoni.
Roma nell’arte.
Roma giusta Capitale d’Italia, di cui quest’anno cadono i 150 anni della sua proclamazione.
Infatti l’Italia era unificata da nove anni, ma senza la capitale a Roma l’opera non poteva, non doveva essere completa, ed il 25 marzo 1861, il deputato di Bologna, Rodolfo Audinot, tenne alla Camera un vibrante discorso sulla questione romana, che dette lo spunto al conte di Cavour per le sue celebri dichiarazioni e per l’emanazione dell’ordine del giorno con il quale Roma era proclamata capitale d’Italia [«(…) non ci sarebbe stata l’Italia unita se Roma non fosse stata la Capitale»].
Vorrei scrivere di più, ma mi limito a Michelangelo: «Questo sol m’arde, questo m’innamora» in quanto il calore (“sol”), ma anche il vivere a Roma lo ispirava magistralmente.
21-IV-2020
Gianluigi Chiaserotti
Foto di coperatina: da https://pillolediconoscenzaweb.wordpress.com/2016/11/07/primo-articolo-del-blog/