Credere, sperare ed amare in tempi di pandemia. Tutto è molto difficile, ma possibile: molti ci sono riusciti. "Omnia vincit amor".
L'AMORE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Sono tempi molto difficili, viviamo nell'emergenza quotidiana di una paura che ci attanaglia e il respiro viene meno nell'attesa che non trova luce. Le crisi di panico sono all'ordine del giorno in questo clima di insicurezza, mentre il necessario distanziamento sociale ha vanificato ogni barlume di empatia.
Tutto è cosi apparentemente privo di senso. In questo vortice di reale sofferenza e di ipocrisia mediatica, vediamo sciacalli che aggrediscono coperti di meschinità, eroi che lottano in silenzio, politici consapevolmente (e colpevolmente) incapaci, mentre i poveri italiani si ammalano, muoiono e non riusciranno a pagare i debiti lasciati dagli scialacquatori della Patria. E la Nazione si umilia dinanzi all' usura burocratica europea, assumendo sempre più le tinte fosche di una bolgia dantesca.
Eppure, sotto la spessa coltre di fango e lacrime, una fiamma ancora arde: l'amore inestinguibile scalda il cuore di chi ha fede e spera. E coloro che muoiono di COVID-19, donandosi risorgono.
Penso al Dott. Roberto Stella, presidente dell'Ordine dei Medici di Varese, medico di famiglia acuto, instancabile ed appassionato, continuare a lavorare nel suo ambulatorio, mentre già infuriava la tempesta.
Sbocciava nel lodigiano l'indissolubile legame dei coniugi Fiorani, uniti in un reciproco "sì", talmente forte da non conoscere limiti di tempo né di spazio: mentre Alberto si stava addormentando, Antonietta già si preparava a raggiungerlo, sapendo che non sarebbe riuscita a sopravvivere all' assenza del marito.
Molti sacerdoti, hanno testimoniato la presenza Dio e non hanno esitato ad offrire il proprio corpo in sacrificio per noi, in remissione dei nostri peccati, in memoria del Cristo, al quale essi donarono la vita. Penso a Don Savino Tamanza, monarchico, formatosi nella Fraternità Sacerdotale San Pio X e vicino all'Associazione "Alleanza Cattolica", che volle continuare il suo straordinario servizio spirituale e assistenziale in quella Bergamo flagellata dal virus. Penso a Don Giuseppe Berardelli che rinuncia all'utilizzo di un respiratore a lui destinato per cederlo a una persona più giovane e con maggiori possibilità di farcela.
E' ormai ben nota la fotografia che ritrae la straziante ma tenera storia della piccola Mila Sneddon: il padre di questa bimba scozzese di appena quattro anni affetta da leucemia, ha deciso di proteggerla dal contagio separandosi da lei e da sua moglie e trasferendosi temporaneamente in un'altra casa, ben sapendo che il prezzo da pagare sarebbe stato quello di poterla salutare solo mediante baci, scambiati attraverso il vetro di una finestra.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?» ci chiede l'Evangelo ricordato ieri nell'omelia di Bergoglio. Questa è un'ora drammatica, in cui credere e sperare sembrano soffocati dalla paura. Ma diventa essenziale restare fedeli all'Amore, convertire il nostro egoismo in servizio: non c'è più tempo per mostrarsi, occorre donarsi. Tutto ciò è molto difficile, ma possibile: molti ci sono riusciti. Omnia vincit Amor.
Senigallia (AN), 28-III-2020
Giovanni FLAMMA