Gent.mo Sig. Presidente Sergio Mattarella,
mi rivolgo a Lei in questo momento cosi difficile perche', se prendera' in considerazione queste righe, sara' sicuramente al mio fianco in questa battaglia.
Sono moglie di un Medico di famiglia e madre di un Medico neurologo dipendente di un'azienda ospedaliera; vivo dal di dentro le angosce e i malumori che pervadono questa categoria: ho potuto cosi' constatare che, nonostante i ringraziamenti che si levano da piu' parti, il personale sanitario e' considerato "carne da macello". A mio marito sono state concesse, per "pietà", 2 mascherine chirurgiche che sappiamo essere inefficaci a difendersi dall'infezione COVID 19! E' stato pertanto costretto a riesumare il vecchio corredo di prevenzione ricevuto in era SARS. Dovendo visitare in queste condizioni ora è in quarantena.
Mio figlio ha dovuto prendersi cura di pazienti, poi risultati portatori di COVID, proteggendosi con le sole mascherine chirurgiche e guanti chirurgici: ora e' stato contagiato come molti suoi colleghi ed infermieri della struttura ospedaliera.
A questo punto mi chiedo ma se lo Stato non e' in grado di difendere il personale sanitario, che e' la prima frontiera, come possiamo sconfiggere il virus? Dovremmo essere consapevoli che se medici ed infermieri si ammalano o sono ridotti, quando va bene, in quarantena, saranno sempre meno coloro che si prenderanno cura dei malati che aumenteranno sempre di più, non considerando poi il fatto che diventano essi stessi veicolo di infezione. Sono come soldati mandati in prima linea a combattere senza armi contro un nemico invisibile che non si sa da dove potrà arrivare.
Spero che i nostri politici dalle chiacchiere passino al piu' presto ai fatti, altrimenti non so che futuro ci aspetterà. La mia speranza e' solo che dall'alto dei Cieli abbiano pietà di noi.
La ringrazio del tempo che avra' voluto dedicarmi.
Isabella B. (una moglie e una madre come tante)