Ricordiamo l' anniversario del re Teodorico; nato nel 454 e scomparso il 30 agosto 526, storicamente importante per la storia di Roma e culturalmente anche per quella della capitale dell'Impero, Ravenna.
RE TEODORICO, "IL GRANDE"
Teodorico, re degli Ostrogoti, successe al padre (474), sconfisse il re degli Eruli Odoacre (493) e divenne sovrano del regno ostrogoto in Italia.
Il suo governo fu improntato alla pacificazione tra Ostrogoti e Romani e a una serie di interventi tesi a risollevare i territori sottoposti alla sua sovranità dal degrado in cui versavano in seguito alla crisi economica e sociale maturata durante la tarda età imperiale.
Teodorico, come dicevo, riuscì a sconfiggere Odoacre e istituì un Regno Ostrogoto in Italia.
Regnò per trent’anni e la sua politica portò un lungo periodo di pace, poiché favorì la convivenza tra Germani e Latini (ad esempio non tolse le terre ai piccoli contadini romani).
Nell’amministrazione della Giustizia, per i Latini stabilì, che si mantenesse il diritto romano, mentre per gli Ostrogoti quello di tradizione germanica.
Inoltre Teodorico si preoccupò della gestione del territorio, facendo restaurare ponti, strade, acquedotti, e incoraggiò la ripresa dell’agricoltura.
Seppur di religione Ariana, non perseguitò mai i Cattolici, fece allestire inoltre giochi e spettacoli negli anfiteatri.
Eresse nuove mura e nuove strutture pubbliche (ad es. a Verona fece costruire un palazzo e le terme), e ciò lo fece risultare benvoluto anche dai Romani.
Egli, fu un re barbaro illuminato e pratico che prese a modello gli Imperatori Romani.
Grazie alla sua formazione culturale, elaborò un progetto politico più ampio e basato su una prospettiva completamente nuova: egli voleva infatti creare una Gotìa, cioè una grande formazione politica centrata sul popolo dei Goti, da contrapporre ad una Romanìa, ovvero il mondo dei Romani, che aveva la sede a Costantinopoli.
A quest’idea però si contrapposero in molti:
- L’Impero d’Oriente, che non accettava di esser sullo stesso piano dei barbari;
- Gli altri Germani, che non erano disposti a subordinarsi ai Goti;
- La Chiesa di Roma, che temeva di trovarsi oppressa e chiusa da uno Stato Ariano e barbaro;
Per questi motivi si creò un clima di ostilità intorno all’idea politica di Teodorico, e alla sua morte nel 526 i Bizantini capirono subito che dovevano intervenire per riconquistare l’Italia.
Alcuni studiosi di diverse discipline, in contrapposizione a leggende sul caso, hanno stabilito che il re Teodorico sia morto di gastroenterite. La stagione calda, le misure igieniche, le acque stagnanti. Tutto ciò favoriva il diffondersi di infezioni gastrointestinali, lo stress e la presenza di altre patologie, soprattutto cardiache, che in presenza di forte disidratazione avrebbero portato a una grave alterazione del ritmo cardiaco e quindi al decesso.
Morì nel Palazzo Imperiale di Ravenna ma le sue spoglie per la damnatio memoriae andarono disperse e non raggiunsero la sua tomba, quel Mausoleo di Teodorico a Ravenna, che fece costruire nel 520 d.C.; una struttura che si articola in 2 ordini sovrapposti entrambi decagonali, interamente costituita in pietra istriana e che, per questo, si distingue da tutte le altre architetture ravennati per il fatto di non essere costruito in mattoni. È a pianta centrale, riprendendo la tipologia di altri mausolei romani (ad esempio il Mausoleo di Cecilia Metella).
La caratteristica più sorprendente dell'edificio é la copertura, costituita da un enorme unico monolite a forma di calotta, in pietra d'Aurisina di 300 tonnellate e di 11 metri di diametro, trasportato per mare ed issato sull'edificio con dodici anse, una caratteristica "titanica", simbolo di forza e di robustezza militare tipico delle culture germaniche.
Insieme ad altri sette monumenti di Ravenna fa parte del "Patrimonio dell'umanità " dell'UNESCO.
Ravenna, remember, vale una visita, SEMPRE, anche solo per questo insolito ma grandioso monumento.
Gianluca RIGUZZI
Foto di copertina: Medaglione aureo con l’effigie di Teodorico, caratterizzata dai baffi, secondo la moda dei Goti. Roma, palazzo Massimo