Ricordi di Giovanni Ruzzier. Cenni biografici, episodi privati del passato scolpiti nel cuore, che riaffiorano alla memoria e si intrecciano con le pagine della grande Storia.
Il tempo divora tutto, non guarda in faccia nessuno, ti accoglie alla nascita e ti abbandona talvolta nell’indifferenza, fin quando il Padreterno ti richiama a se.
Con il passare degli anni i vecchi, come me, talvolta ritornano con la mente agli anni della giovinezza, quasi a trovare conforto di una vita spesa nel bene e/o nel male, questo solo Dio potrà giudicarlo, accettando anche il giudizio umano, talvolta impietoso, ma importante perché vicino alle nostre intemperanze, alle nostre debolezze, al nostro orgoglio non sempre giustificato.
Sono nativo di Pirano una cittadina che si trovava in provincia di Pola. Una cittadina prima romana, poi veneta, da sempre italiana ora in Slovenia, dove ho frequentato la scuola media in un momento storico particolarmente difficile. Dopo il 1° maggio 1945, a guerra finita, cacciati i nazisti, erano arrivati i comunisti di Tito. Addio libertà! Il patrio Governo nulla fece per recuperarci. Aveva altre cose da fare!
In una situazione quanto mai caotica e preoccupante salvaguardare la cultura dei nostri Padri era cosa essenziale. Alla scuola elementare ed alla scuola di avviamento professionale si aggiunsero la scuola media ed il liceo scientifico. Anima di questo evento fu, fuori da ogni dubbio, il comunista prof. Paolo Sema. Egli si avvalse di professori validissimi: la prof.ssa Divo, il prof. Tarcisio Benedetti, il prof. Giorgio Dolce, il prof. La Pasquale, fra’ Pellegrini, probabilmente “obtorto collo” il prof. Kogoj, forse dimentico qualcuno, che contribuirono a far sì che la scuola italiana resistesse alle intemperie politiche.
La prima pagella, riferita all’anno scolastico 1945/46 riportava la scritta” Scuola media di Stato”, l’anno successivo 1946/47 la scritta era “suola media” e precisava “Amministrazione militare dell’A.J. per la Regione Giulia, Istria, Fiume e Litorale Sloveno” Zona B – Delegazione del C.R.L.P. – Morte al fascismo – libertà ai popoli”, per l’anno scolastico 1947/48 non rivetti alcuna pagella.
Mancavano i testi di studio. Infatti il prof. Sema, a classi unificate, scuola media e liceo scientifico, dettava le lezioni di geografia. Personalmente facevo fatica a scrivere tutto sotto la dettatura veloce, tanto è vero che la mia mamma, per aiutarmi ad avere una trascrizione completa, andava a prendere il testo da uno studente del liceo che abitava a fianco a noi.
Il prof. Sema ci dettava di tutto e di più, ma solo sulle Repubbliche Socialiste Sovietiche, mentre ci era preclusa la conoscenza degli altri Stati europei o d’oltre oceano o sul nostro Stivale. Il suo era, volutamente, un indottrinamento culturale, avulso dalla nostra Storia e dalle nostre Tradizioni.
Tra me ed il prof. Sema ci fu sempre un reciproco scontro ed egli nulla mai fece per cercare di evitarlo, né tanto meno lo feci io.
Gli anni passarono ed anche il prof. Sema fu costretto a lasciare Pirano. Il compagno Sema veniva cacciato dai comunisti titini. Arrivato a Trieste, lasciato l’insegnamento, divenne responsabile del Partito Comunista Italiano, fino ad assurgere alla carica di Senatore della Repubblica del citato partito.
In quel periodo alloggiavo al campo profughi “Silos” di piazza della Libertà a Trieste, dove attendevo a varie attività assistenziali e patriottiche. Un pomeriggio, un amico venne a chiamarmi comunicandomi che il Senatore Sema con un altro signore stavano girando tra i box del campo.
Mi recai subito all’ ingresso del campo, dove si trovava l’ufficio di identificazione delle persone in entrata ed in uscita e chiesi dove aveva dichiarato di recarsi il Senatore. Mi fu risposto: presso la famiglia Ravalico “Sarcia” (comunista), miei concittadini, che poi preferirono emigrare in Argentina. Mi feci accompagnare dal vigile urbano in turno di vigilanza presso la famiglia Ravalico che negò la presenza del Sema. Andammo così a cercarlo ed una volta rintracciato, risultò che la persona che con lui stava in giro per il campo era Maurizio Ferrara direttore dell’Unità, organo del P.C.I.- Il Sema ed il Ferrara sono stati accompagnati all’uscita dal predetto vigile, mentre il Sema mi lanciava l’accusa di “fascista”!
Passati alcuni anni, per la precisione il 7 luglio 1958, mi scrisse; “Sono il primo ad augurarmi di aver sbagliato quando ho avuto giudizi duri nei tuoi confronti per quanto concerne la scuola”…..Io ho nemici politici ben più “feroci” e pericolosi di te, ma nei loro riguardi non ho il meschino ricordo che ho di te e che non dimenticherò, né perdonerò mai. In primo luogo e proprio per gli esuli……. il tuo comportamento è stato quello di una bassa speculazione di uomo senza principi. ………. L’azione che tu hai fatto al Silos è la più vergognosa particella forse in tutta la storia della lotta politica degli ultimi anni nella nostra tormentata città. Quella non era politica, ma spionaggio al servizio dei peggiori nemici degli stessi esuli e lo hai fatto in un momento, in un luogo in cui se avessi reagito sarebbe stato un putiferio e si sarebbero create le premesse per qualche episodio di violenza. ……..Per me tu non sei uno di quegli avversari politici con i quali meriti spendere una sola parola su questi problemi troppo più alti di chi concepisce la lotta politica nel tuo modo e problemi troppo nobili perché possano essere portati al livello di una qualsiasi provocazione da squadrista fascista”.
A proposito di violenza politica, ricordo che al “Silos” di fu un incendio, mentre fuori dal campo i “compagni” gridavano “lasciateli bruciare”!
Incontrai il Senatore Sema l’ultima volta a Pirano in occasione del conferimento a lui concesso del “San Giorgio d’Oro”, riconoscimento che avvenne nel Duomo di Pirano, in quel Duomo dove lui si rifiutò di entrare in occasione del funerale di Suo padre, il mai abbastanza compianto maestro Antonio Sema. Ero con i miei genitori. Gli porsi la mano, ma la rifiutò con sdegno. Di questo, ancora oggi che non è più tra noi, lo ringrazio. Anche in quell’occasione prevalse l’odio comunista.
Rimini, 17 giugno 2020
Giovanni RUZZIER
Foto di copertina da http://www.corsadelricordo.it/pillole-di-storia/esuli