"CERCAR MARIOLA PER RAVENNA"

Una storia medievale all'origine di un detto molto popolare a Ravenna... 


Oggi, 8 novembre, privo d'ispirazione cronologica, la memoria, mi conduce alla mia Città d'origine, Ravenna, ed il racconto inizia, vicino alla piazza del Popolo; qui proseguendo per via S. Ferruzzi (già XIII Giugno), verso via Paolo Costa; alla fine, sul lato sinistro, sorge  la celebre Torre Civica che i ravennati chiamano affettuosamente "Torre Pendente", situata in via Ponte Marino. Essa rappresenta uno degli storici edifici della Città di Ravenna, a pianta quadrata, interamente in un tipo di mattone di un  materiale ceramico a pasta porosa, utilizzato anticamente in edilizia.

Alla base della costruzione, inglobati in uno dei lati esterni, vi sono due rilievi marmorei molto antichi.

Si tratta di un bassorilievo di un uomo a cavallo e di una testa particolarmente rovinata della quale è quasi impossibile identificare i lineamenti, ma che si presume, raffiguri una donna. Sono molto vicini fra loro ma sono rivolti in direzioni opposte come a “volgersi le spalle” e sono all’origine del detto....

“Zarchê Mariola par Ravêna” (“Cercar Mariola per Ravenna”) che, parafrasato, significa cercare qualcosa di molto vicino, senza però riuscire a trovarlo.

“Cercar Maria per Ravenna”, tutti sanno quello che vuol dire e tutti ne danno una versione diversa. Questo modo di dire è in uso da lungo tempo e non si sa bene come ma è pure usato da Miguel Cervantes nella stesura del Don Chisciotte, scusate se dico poco.  

La storia del “cercar Mariola” o “Maria” per Ravenna, è un modo di dire popolare risalente al Medioevo, il cui significato è relativo ai tempi. A volte ha il senso di cercare cosa che si sa di non poter trovare altre volte significa una cosa scontata. Un dizionario del dialetto veneto ( 1829) ci spiega: “cercar Maria per Ravenna” significa cercare il mare dove non c’è, un tempo Ravenna era circondata dal mare che poi si è ritirato. 

“Istoria di Maria per Ravenna” scritta nel XV secolo, è un poema boccaccesco in ottave, si conserva nella Palatina di Firenze, ci illustra il significato del proverbio, almeno in quei tempi. “Un ricco ed anziano signore, pensò di prendersi in sposa una giovane e bella fanciulla. La bella Ginevra era già infatuata di un aitante giovanotto: Diomede. Ma l’anziano forte del suo denaro impalmò la bella Ginevra. Capitò poi che il marito dovette allontanarsi per questioni di lavoro. Consapevole dei rischi che correva nel lasciare incustodita la mogliettina si mise a cercare una fantesca fidata. Nel frattempo Diomede, saputo della cerca del vecchio marito, si travestì da donna, si diede il nome di Maria e con intrallazzi vari, riuscì a mettere in giro la fama di essere la fantesca più fidata e sicura della piazza. Il vecchio volendo la persona più fidata, incappò proprio nel Diomede mascherato da Maria. Il marito partì felice e sicuro sulla fedeltà della moglie, mentre quest’ultima si dava alla pazza gioia con Diomede/Maria. Dopo qualche mese il marito tornò, la pacchia finì, anzi il vecchio cominciò a fare il filo alla Maria. Tanto fece e tanto brigò che l’anziano signore, riuscì ad accantonare la Maria e ad infilargli una mano tra le gambe… urlando inviperito la ritirò fulmineo. Ci fu un gran trambusto, ma svelta Ginevra lanciò un pugno di fave secche ai piedi del marito, il quale scivolò, sbatté, la testa e morì. Diomede e Ginevra vissero felici e contenti con i soldi del marito”. Quindi sarà bene andare cauti a cercar la Maria… (articolo pubblicato sul quotidiano  “La Voce di Ravenna” il giorno 24/03/2014).

La Torre Civica è soggetta ad un continuo e progressivo processo di inclinamento verso ovest in quanto è situata in prossimità del percorso in cui in antichità scorrevano le acque del fiume Padenna; ciò è alla base del lento smottamento sotterraneo che che causa la famosa “pendenza”.

Vent’anni fa sono iniziati i lavori di contenimento statico del manufatto e Mariola ed il cavaliere sono da allora non più visibili, perché "imprigionati" nelle segrete della Soprintendenza, in via San Vitale.

Il sovrintendente, arch. Giorgio Cozzolino, ha affermato che, ...."non si tratta di una prigionia, ma di una custodia in sicurezza, che non è stata imposta dalla Soprintendenza, ma è stata imposta quando la Torre Civica cominciò a manifestare dei seri problemi di stabilità e di sicurezza". Si è detto, favorevole,  nel frattempo, a chi voglia individuare un luogo idoneo, in cui la Mariola possa essere vista, 

Noi " vecchi" ravennati, meglio ancora, ravegnani della Città, amavamo, transitando in bici od a piedi, vederle, come patrimonio visivo e storico d'appartenenza ed ,....auguriamoci, nel futuro, di poterlo fare lì, od in altro luogo, come velatamente ipotizzato. .

Mi perdonino i ravegnani per la mia dichiarata appartenenza, in quanto ormai un EX .


Gianluca RIGUZZI


In allegato il particolare della nicchia e dove essa è posizionata nel contesto della torre civica.