Giovanni Ruzzier ci ricorda la proposta che Giuseppe Garibaldi fece alla Camera dei Deputati del Regno d'Italia nel lontano 1876. Una proposta sempre attuale, che dovremmo tornare a considerare.
DOVE VA L’ITALIA ?
Un signore, il 13 maggio 1876, cioè quasi 144 anni or sono, avanzava una proposta di legge (n.21) sulla limitazione degli stipendi, pensioni e assegni pagati dallo Stato.
Questo signore si identificava nella persona del deputato Giuseppe Garibaldi. Vi ricorda qualcuno questo nome? Orbene, così si pronunciò alla Camera dei Deputati del Regno d’Italia l’Eroe dei Due Mondi:
“”Onorevoli colleghi, quando una fortezza assediata, od una nave in ritardo, si trovino mancanti di viveri, i comandanti ordinano si passi dall’intiera alla mezza razione o meno. In Italia si fa l’opposto: più ci avviciniamo alla bolletta e più si cerca di scialacquare le già miserissime sostanze del Paese. Io sottopongo, quindi, alla sagace vostra considerazione ed approvazione la proposta di legge seguente: finchè l’Italia non sia rilevata dalla depressione finanziaria in cui indebitamente è stata posta, nessuna pensione, assegno o stipendio pagati dallo Stato potranno oltrepassare le 5.000 lire annue.”””
Mi piacerebbe portare questa proposta di legge all’attenzione dell’”avvocato del popolo” nonché Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e di tutti, dico tutti i parlamentari, quelli europei inclusi.
Il popolo italiano, in questo tragico momento succube di una perniciosa pandemia che, come prevedibile, lascerà sul terreno miseria e disperazione. Con attività commerciali ed industriali che chiuderanno e con milioni di disoccupati si avvicina ad un terremoto sociopolitico inimmaginabile. L’italiano continua, anche in questi frangenti, ad essere tartassato oltre ogni misura, con il costo del lavoro che assume dimensioni catastrofiche, disoccupati in aumento, cassaintegrati in aumento, precari a dismisura!
I nostri “manager” pubblici incassano stipendi astronomici. E’ vero che la professionalità, la capacità gestionale vanno remunerate ma da noi, in Italia, siamo all’eccesso, come è vergognoso quanto spende la politica in Patria ed all’estero, leggi Parlamento Europeo, ONU, NATO!
Togliere alcune tasse si può, far ripartire l’economia si può, cominciando a tagliare veramente la mastodontica cifra che spendono le Istituzioni dello Stato, a cominciare dalla Presidenza della Repubblica, fino ai più piccoli comuni evitando di aiutare gli amici degli amici.
Questo è quello che attendono i cittadini onesti. E’ il caso di domandarselo seriamente, perché questa malnata Repubblica ha fallito, a cominciare dal primo articolo della Carta costituzionale, dove si legge: ”L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”.
Rimini, 26 aprile 2020
Giovanni RUZZIER
Foto di copertina da http://www.partecipiamo.it/garibaldi/giuseppe.htm