Quante volte, da bambino, ho partecipato a momenti sacri dedicati alla Beata Vergine Maria: feste, processioni nel mese mariano, recite del S. Rosario, “Fuochi della Venuta”… preghiere semplici e pure, profumo di incenso che si intreccia all'odore della cera delle candele, primavere notturne illuminate da luci soffuse mentre la devozione popolare, umile e verace, si snoda lungo le strade di breccia delle nostre amate campagne e fiamme ardenti di attesa guizzano misteriosamente riscaldando la notte di ogni 9 dicembre…
Ho custodito per anni questi ricordi nel calore del cuore, come vestigia irrazionali di una fede infantile, così gelosamente che temevo di averli smarriti… ricordi che sono inaspettatamente ed improvvisamente riaffiorati nella mia mente di presuntuoso adulto “razionalista”, durante la lettura del saggio di Federico Catani “Il Miracolo della Santa Casa di Loreto” edito dall'Associazione “Luci sull'Est”.
Un libro che, nonostate la dovizia di note, la profondità di riflessioni teologiche, gli squarci lirici di intimità devota e la forte fede vissuta, si legge tutto d'un fiato. Un libro bello. Mi sia consentito l'utilizzo di questo aggettivo, “bello”, non nella sua accezione genericamente positiva, bensì in quanto espressione di schietta e profonda bellezza, netta e sincera. Ma farei un torto all'Autore, se dicessi che questa sua opera va conosciuta solo per semplici motivi estetici, solamente perché ha un'intensa capacità affettivo-evocativa di stimolare emozioni e di arricchire il proprio patrimonio culturale.
Questo saggio va letto anche e soprattutto perché è un prezioso elogio della Tradizione cattolica, la nostra Tradizione di italiani ed europei. Federico è un amico con il quale condivido l'orgoglio di essere cattolico, marchigiano ed italiano. Ma la mia stima nei suo confronti è accentuata dalla sua ferma capacità di amare e di vivere la Tradizione cristiana concretamente e vigorosamente, senza cedimenti dottrinali, senza tentazioni moderniste, senza superbia intellettuale.
Così, nel leggere avidamente il suo saggio, ho avuto la possibilità di riflettere sempre più sulla nostra splendida Mamma celeste, la “porta del Cielo”, la Corredentrice nel cui sublime grembo la somma Grazia divina si degnò di incarnarsi per permetterci di conquistare la beatitudine eterna, un dono immensamente sovrumano che l'uomo con le sue sole forze non sarebbe mai riuscito a concepire…
La Madonna è il nostro rifugio, la nostra protezione; l'Anima Sua magnifica il Signore ed il Suo Spirito esulta in Dio Salvatore, rendendo possibile la realizzazione del Cristo su questa terra; la Vergine ci indica la strada sicura per poter conoscere la Via, la Verità e la Vita.
Ripercorrere le tappe del viaggio divino della Santa Casa dalla Terra Santa a Loreto non è un esercizio compiaciuto di simbologia cristiana né un racconto fiabesco per fanciulli; affrontare con fede il tema della miracolosa traslazione significa rendere testimonianza della sublime potenza di Dio, l'Altissimo, irraggiungibile nella sua trascendenza ma al tempo stesso intimo e vicino all'uomo più di qualsiasi altro essere. In questo provvidenziale disegno cosmico, la Madonna ci chiama, ci esorta, ci ammonisce ed irrompe nella nostra grigia quotidianità, offrendoci bagliori celestiali di Paradiso: tutto il suo amore per noi è un monito irresistibile che ha guidato i Cristiani di tutti i tempi attraverso mille battaglie.
La nostra preghiera non dovrebbe mai cessare; per questo, tutto ciò che è umano, scienza, politica, società, cultura, lavoro, famiglia, dovrebbe essere consacrato al Cuore Immacolato di Maria; per questo dovremmo “respirare” quotidianamente i versi che Dante dedicò a Maria: “Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura…”.
Giovanni Flamma