In questi giorni è andata in onda sul TG2 Dossier l'intervista a Sua Altezza Reale il Principe Aimone di Savoia, Duca d'Aosta e delle Puglie nonché discendente di Vittorio Emanuele II, insieme ad interventi di storici ed altri discendenti dei protagonisti del risorgimento, come gli eredi di Garibaldi, di Cavour e di Crispi. Questa eccellente programmazione, mostra molti aspetti fondamentali che vanno sottolineati, e soprattutto fanno riflettere sul ruolo di Casa Savoia nel processo unitario nazionale. In primo luogo si evince che senza il ruolo della Real Casa, con il peso del proprio regno consolidato nei secoli, la capacità bellica e diplomatica non si sarebbe potuto dare avvio all'unità. Come sottolineato anche da Sua Altezza inoltre, il ruolo storico della Casa di Savoia nello scacchiere italiano era presente da tempi immemori, se fino ai secoli XIV e XV i grandi signori sabaudi, come Amedeo VI il Conte Verde e Amedeo VII il Conte Rosso attuarono una politica che guardava da entrambi i lati delle Alpi, sarà con Emanuele Filiberto I il testa di ferro a guardare principalmente all'Italia, la vocazione italiana dei Savoia si sugellerà ad esempio con il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino.
I protagonisti principali in Casa Savoia rimangono Carlo Alberto, che promulgherà lo Statuto, adotterà il tricolore e si cimenterà nella prima guerra d'indipendenza. Ma soprattutto il ruolo maggiore verrà svolto da Vittorio Emanuele II, il Re galantuomo, che seppe mantenere la promessa del padre mantenendo lo Statuto, e soprattutto si fece portavoce e regista del Risorgimento, solo il Re seppe mediare ed avvicinare uomini molto distanti tra loro, portò a collaborare il pensiero e la capacità diplomatica di Cavour con le doti belliche e l'ascendente popolare di Garibaldi ma al contempo, Vittorio Emanuele II da principe italiano e cattolico mantiene sempre un buon rapporto epistolare con Sua Santità Papa Pio IX, nonostante le divisioni e la lontananza diplomatica e ideologica tra Roma e Torino. Questi permane il fulcro fondamentale della figura del Sovrano, figura unificante che attira a se uomini ed idee diverse, avvicina la corona al popolo sempre rimanendo una figura sopra le parti politiche. La figura di questo coraggioso Re sabaudo, dagli occhi azzurri e con l'ardimento consolidato sul campo di battaglia, come disse la Regina Vittoria del Regno Unito nei suoi scritti:" Era rozzo, che ballava come un orso, e che parlava anche in modo sconveniente".
Tuttavia, scrisse sempre la Regina, se fosse entrato un drago nella sala, tutti sarebbero fuggiti, tranne lui. Era sicura che Vittorio Emanuele avrebbe sguainato la spada per difenderla. Scrisse che era un cavaliere medievale, un soldato, questo Savoia! Con gli stessi occhi azzurri, Sua Altezza il Principe Aimone, non solo racconta la figura del Re, ma in parte la incarna, rammenta il ruolo della propria Casa con il popolo e con le idee differenti, tutto nel nome della grandezza e della prosperità della Patria. In conclusione, per celebrare appieno questo anniversario del 17 marzo, per ricordare i 160 anni dell'unità nazionale, è importante ascoltare le parole di Sua Altezza, che sottolinea che sì l'Italia come Regno unificato nasce solo nel 1861, ma gli italiani ci sono sempre stati. La gloriosa e grandiosa storia del popolo italiano risale a Roma antica, ha visto il crollo dell'Impero romano d'Occidente, i secoli del medioevo con la prosperità dei vari regni, comuni, signorie e principati e la magnificenza del Rinascimento. La luce dell'Urbe, madre della legge, del diritto, della civiltà e sede della vera fede cattolica è il cuore dell'anima italiana. Di questa nostra storia, nostro retaggio ed eredità, dobbiamo essere fieri di essere italiani, Patria cantata dal Sommo Poeta Dante si incarna anche nelle parole del Manzoni:"Una d’arme, di lingua, d’altare, Di memorie, di sangue e di cor".
Alessio BENASSI